Esperti: sinergia tra pubblico e privato per affrontare l'emergenza
Vera e propria emergenza sanitaria e sociale, l'Alzheimer colpisce in Italia 600.000 persone, e i soli costi diretti dell'assistenza ammontano a oltre 11 miliardi. A fronte di questo impatto, la ricerca in questa patologia è tuttora fatta di piccoli passi avanti e molti fallimenti. Tanto che uno studio evidenzia come tra il 2002 e il 2012 il tasso di insuccesso della ricerca legata all'Alzheimer sia del 99,6%. A fare il punto su come valorizzare in questo settore la sinergia tra pubblico e privato è l'appuntamento annuale del progetto "La Ricerca in Italia: un'Idea per il Futuro", tenutosi al Ministero della Salute e promosso dalla Fondazione Lilly, che annuncia l'intenzione di voler finanziare la ricerca in questo settore.
Per individuare la popolazione a rischio ed elaborare un modello di gestione del paziente sin dalle primissime fasi della malattia, l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha avviato il progetto "Interceptor", a cui la Fondazione Lilly annuncia oggi che parteciperà tramite cofinanziamento. "La strategia vincente" - afferma Mario Melazzini, direttore generale dell'Aifa - può essere la condivisione degli obiettivi e dei percorsi di ricerca tra tutti gli attori della filiera, dalle fasi iniziali della progettazione degli studi e mettere a fattore comune risorse, competenze, dati e strumenti operativi. Il progetto "Interceptor", in questo senso, rappresenta un'esperienza unica".
La parola d'ordine è quindi sinergia, ovvero "una compartecipazione fra pubblico e privato", sottolinea Andrea Lenzi, presidente del comitato di Biosicurezza e Biotecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri e coordinatore del board scientifico della Fondazione Lilly. "Le aziende - prosegue - non riescono più come un tempo a fare ricerca da sole, come anche il settore pubblico da solo non può avere tutte le risorse necessarie". La Lilly, casa farmaceutica di riferimento della Fondazione, ha interrotto nel 2016 la ricerca su un promettente farmaco anti-Alzheimer che era già arrivato in fase avanzata di sperimentazione, pur continuando ad investire in altre molecole contro questa malattia.
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